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Arnolfo Petri percorre i sentimenti tortuosi della memoria e sono graffi del cuore, solchi profondi intorno all'anima, orme scure, che lascia. Camminando a perdifiato, senza limiti di tempo e di spazio, semina parole che si fanno versi, che accendono ricordi, sogni, che portano con sé dolore, malinconia, paura, amore, delusione, silenzi, ma pur sempre una speranza. Dura e avara è la vita, come i sogni infranti. Il paesaggio rovinoso, ma è il suo Sud, gli appartiene. Così come sono suoi il senso del tragico, l'angoscia esistenziale, il continuo vagabondare, le evocazioni esistenziali chiuse in queste pagine ferite, ma attraversate da un fluido vitale, che si imprime come un marchio nella memoria di altri uomini e donne.